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by Martina Trevisan

Il Comune attiva canale Telegram https://t.me/comunect

Il Comune attiva canale Telegram

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Disinformazione su Telegram: la guerra in Ucraina e il Covid- Zeta

L’invasione russa e la pandemia hanno alcuni punti in comune per quanto riguarda la narritiva disinformativa

Il Covid-19 e la guerra in Ucraina sono tutta una gran cospirazione. O almeno è quello che sostengono 225 profili Telegram appartenenti a gruppi di estrema destra. La maggior parte sono situati in Belgio e parlano olandese.

La disinformazione iniziata attorno alla pandemia nel 2020 si è protratta fino allo scoppio della guerra in Ucraina. Questi gruppi disinformatori hanno uno schema preciso. Il loro identikit è costruito su tre punti: postano materiale fuori contesto, utilizzano la “Reductio ad Hitlerum” (una tattica oratoria che mira a squalificare un interlocutore comparandolo ad Adolf Hitler o al Partito Nazista) e fanno manipolazione mediatica, attraverso foto photoshoppate.

Tutte queste informazioni sono frutto di una ricerca di EDMO BELUX, uno degli osservatori EDMO situato in Belgio e Lussemburgo, che si occupa di media digitali e disinformazione.

Il report analizza la narrativa di persone che parlano olandese che fanno parte di una comunità che produce e diffonde notizie false relative a Covid-19 e guerra in Ucraina sulla piattaforma Telegram.

Nella prima parte del report i ricercatori hanno condotto un’analisi comparativa di notizie false debunkate sul conflitto in atto i diversi paesi, lingue e piattaforme. Le prime informazioni dello studio sono che numerosi video di esplosioni avvenute in Libano del 2020 e in Cina nel 2015 sono stati decontestualizzati e rilanciati attorno alla narrativa pro-Russia.

Un altro aspetto di questi video è che sono stati manipolati con effetti ottici e sonori per far sembrare che siano stati girati durante i combattimenti. Altre informazioni false riconosciute da questa ricerca riguardano un genocidio apparentemente condotto dagli ucraini, identificato come crimine contro l’umanità, collegato alla narrativa che il Covid-19 sia stato creato per sterminare gran parte della popolazione globale.

Si parla di genocidio programmato attraverso i vaccini che secondo i negazionisti sono esperimenti umani e quindi, crimini di guerra. Ciò che lega il Covid-19 e la propaganda sulla guerra in Ucraina è la falsa notizia che gli Stati Uniti abbiano costruito dei laboratori di armi biologiche in Ucraina.

Per quanto riguarda la propaganda pro-Russia un metodo disinformativo molto diffuso è la “Reductio ad Hitlerum”. Ciò ha fatto sì che girassero delle foto photoshoppate del Presidente Zelensky con svastiche sulla maglietta. Questo perché la memoria del regime nazista ha portato molti a utilizzare alcuni termini in maniera sbagliata: da chiamare l’invasione “missione di denazificazione” a parlare di leggi razziali per un’ipotetica “persecuzione” delle persone non vaccinate.

Un altro metodo utilizzato da persone che vogliono fare disinformazione è quello di focalizzare l’attenzione su storie strappalacrime che provoca emozioni forti nell’audience. I protagonisti di queste storie sono persone vulnerabili come anziani, donne e bambini. Una storia costruita su questo è la foto di un bambino ucraino che avrebbe attraversato il confino polacco da solo. In realtà era la foto di un minorenne siriano ferito nel 2018.

Come abbiamo visto, ad oggi, le teorie cospirative sono molto diffuse e trovano il proprio pubblico in comunità specifiche, le quali sono più inclini a convincersi che in Ucraina esistano bio-laboratori costruiti dagli Stati Uniti tanto quanto sono convinti che il virus Covid-19 sia stato creato in un laboratorio a Wuhan. La stessa mentalità porta alla negazione dei fatti e alla banalizzazione delle vittime di guerra e delle morti causate dal virus.

Maria Giovanna Sessa, Ricercatrice Senior del EU DisinfoLab e co-autrice di questo studio, ha commentato “Le crisi politiche e internazionali possono gettare le fondamenta per una crisi dell’informazione. L’attuale guerra in Ucraina, che segue l’infodemia del Covid-19, dimostra come la narrazione disinformativa può convergere”.

La seconda parte del report parla della narrativa presente in 225 canali olandesi su Telegram. Portando l’attenzione su trend internazionali, l’analisi rivela realtà emergenti attorno la narrativa della guerra in Ucraina ma anche alla continua discussione sulla pandemia.

La presenza di una narrativa cospirativa che stabilisce l’esistenza di bio-laboratori in Ucraina costruiti dagli Stati Uniti punta a una serie di precedenti notizie false di successo. Questo suggerisce che il promuovere le cospirazioni riguardanti il Covid-19 e allo stesso tempo la propaganda di guerra abbia alle spalle un disegno più ampio e un processo più lungo per quanto riguarda l’evoluzione nel tempo della narrativa sui social.

La conclusione a cui arriva questa ricerca è che la disinformazione pro-Russia e Covid-19 sono legate anche se apparentemente non hanno nulla in comune e che per propagandare notizie false bisogna avere degli elementi prevedibili e ricorrenti. Per contrastare questo fenomeno, c’è bisogno di una costante innovazione per stare al passo con i rapidi cambiamenti degli eventi esterni.

Leggi anche: L’ex manager a Repubblica: «Così fabbricavo fake news per il Cremlino»

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