Truffe agli anziani come riconoscerle e come evitarle

by Martina Trevisan

Truffe agli anziani

LE RIFLESSIONI

Tristi queste storie di raggiri fatte ai danni di persone anziane che si fidano, con infantile ingenuità. E' criminale ingannarli, come è criminale approfittare del candore dei più deboli, dei più sprovveduti. Ma assistiamo a un incarognimento delle nostre più belle e amate città. Quasi che l'altruismo, il rispetto, la solidarietà fossero brutti sentimenti da nascondere. Ma da dove viene questa crudeltà, soprattutto giovanile, da dove viene questa tendenza a prendersela coi più fragili, senza riflettere che anche loro hanno in casa degli anziani che si perdono facilmente, e che loro stessi diventeranno vecchi, lenti ed esposti?

La risposta probabile è che viviamo in una cultura del mercato, per cui la merce è al centro dell'universo e chi possiede merci preziose è considerato bravo, gli altri sono dei sottouomini. E purtroppo l'esaltazione della merce, che diventa più importante di qualsiasi cosa, corre veloce sui nostri schermi, si infila perfino nella lettura dei fumetti indirizzati ai bambini. Insomma, si impara presto che se porti addosso roba firmata, se possiedi una moto di lusso, se ti circondi di cose costose, sei vincente e protagonista della storia collettiva di un paese, di una città, di un quartiere. Se non possiedi beni invidiabili, non sei nessuno.

Spesso, oltretutto, non sono i più poveri ad arraffare e truffare i più disagiati, ma coloro che per sentirsi vivi hanno bisogno di possedere e dominare. Anche le donne a volte diventano parte di questo possesso da mostrare in pubblico. Un valore da esibire, come l'automobile di ultimo grido. Cosa fare per uscire da questa stupida cultura del mercato in cui le persone stesse finiscono per diventare merce in vendita? Qualcuno propone una rifondazione etica. E a me pare una proposta saggia anche se controcorrente. Ricominciare a pensare all'altro come un valore, rivalutare la cortesia, il sorriso, la stretta di mano, l'amicizia gratuita, la gioia di stare insieme senza pensare di ricavare qualcosa. Non porterebbe bene a tutti?

Dacia Maraini

C'è una sofferenza in gran parte sconosciuta perché si rivela nella forma più subdola dell'inganno criminoso (non di rado persino violento) contro le vittime più solitarie e più deboli, come i pensionati sorpresi nei giorni in cui riscuotono la loro modica, ma vitale risorsa; sopraffatti da un'arte infame che, nel grande silenzio della società, accresce il danno di dover pagare persino la più umiliante innocenza, cioè le privazioni taciute, colme di pudore. Sta crescendo - grazie a una sempre più sistematica vigilanza dovuta ad esemplari iniziative - l'impegno cui l'Arma dedica una più organica ed efficace osservanza di un codice, non solo umano e ordinario, per contrastare l'incremento di una cedevolezza di valori e di principi che riduce via via gli spazi e i rigori della norma, fondamento e garanzia dell'equità; e gli indebolimenti etici e morali diventano rassegnazioni collettive, anziché porre mano al dover anche noi "fare nuove tutte le cose", come si legge nel Salmo, perché la creazione non è mai finita se oggi si parla addirittura di voler scoprire i millenari segreti dell'inconosciuto. Consoliamoci, intanto: salvare la dignità dei più colpiti anche nell'ultimo giorno del mese non è un piccolo passo, se ci aiuta a coltivare l'idea civile e interiore secondo cui ilpoco, a volte,vale e persino supera il di più. E dunque occorre screditare l'infausta speranza di chi crede che nessuno va tanto lontano come chi non sa dove sta andando. Perché la comunità è madre, ogni giorno, di tutta se stessa.

Sergio Zavoli

TRUFFA PER TRUFFA

Dalla tecnica della "cauzione"a quella della "perdita di gas' sono innumerevoli le strategie adottate dai malviventi per carpire la fiducia delle loro vittime

Fanno leva sui sentimenti più profondi e viscerali, i truffatori del nostro tempo, come l'amore di una madre per i propri figli, ma anche sulla fragilità fisica e non solo di chi, come gli anziani, si sente ormai relegato ai margini di una società che non riesce più a capire, incapace di tenere il passo con un mondo che corre troppo veloce per gambe che hanno già raggiunto il punteggio più alto nel contapassi della vita. Uomini e donne a cui, a volte, può bastare un sorriso, un'attenzione rivolta senza chiedere nulla in cambio, per sentirsi disposti a concedere la propria fiducia a chi se ne finge degno. Inevitabile che vi sia chi, di tutto questo, tenti di approfittare, escogitando le strategie più varie per scalfire la naturale diffidenza delle proprie vittime. Subdole e fantasiose, le tecniche adottate dai truffatori hanno schemi ricorrenti: conoscerli è il primo passo per difendersene.

L'INCIDENTE.

Le giornate per la signora Rosa, scorrono tutte uguali. La sveglia alle 6,30, la passeggiata con il fox terrier Filippo, meteo e reumatismi permettendo, il pane e il latte fresco comprati al forno dietro l'angolo e poi a casa, tra un minestrone da far bollire e una lavatrice da caricare. Unica consolazione, in tanta solitudine, il pensiero dei suoi tre figli. Marco, che fa il rappresentante e lavora 24 ore al giorno; Marta,che di mattina insegna educazione fisica in una scuola e il pomeriggio allena i bimbi del suo quartiere a correre veloci come il vento; Irene,che a tutti i costi ha voluto indossare il camice di suo padre buonanima, e adesso si sfianca giorno e notte tra le corsie di un pronto soccorso. Tutti troppo impegnati, per passare del tempo con la loro anziana mamma. Ma a Rosa non importa: per lei è sufficiente sapere che i suoi ragazzi stanno bene. Ecco perché, quando una mattina riceve la telefonata di un Maresciallo dei Carabinieri, le sembra che la terra prenda improvvisamente a franare sotto i suoi piedi. La voce del militare è gentile ma ferma, mentre spiega a Rosa che suo figlio è rimasto coinvolto in un incidente.Nulla di grave, per carità, ma qualcosa è andato storto con l'assicurazione,e il ragazzo potrebbe trovarsi nei guai con la giustizia. Guai seri. Per Rosa sono attimi di puro panico. Ripensa all'ultima volta che ha sentito Marco, a come le era sembrato stanco, forse preoccupato. Magari non ce l'ha fatta, negli ultimi tempi, a far quadrare i conti, e alla rata dell'assicurazione ha dovuto rinunciare per pagare debiti e bollette... Il MaresciaIlo, da parte sua, la rassicura: una soluzione c'è. Basterà pagare una "piccola cauzione"; e il suo ragazzo sarà libero: altrimenti non resterà che trattenerlo in "camera di sicurezza". Il linguaggio è da cinema americano, ma Rosa non lo può sapere. Lei sa solo che suo figlio ha bisogno di aiuto. I tremila euro richiesti per la "cauzione" non sono uno scherzo, ma non importa: una piccola riserva di denaro Rosa la tiene sempre in casa; per il resto è pronta a precipitarsi alla Posta: un "avvocato", le assicurano, verrà a ritirare personalmente il denaro. Non è passata un'ora dalla telefonata del Maresciallo che Rosa è già uscita dall'ufficio postale, nella borsa i mille euro che ha potuto ritirare grazie all'intervento del Direttore della filiale, che la conosce da sempre. E sarà proprio lui, dopo aver congedato la cliente, a farsi delle domande. Cosa avrà spinto una donna a dir poco oculata, che vive della sua modesta pensione, a fare un prelievo così consistente? E perché gli è sembrata tanto agitata?

Del fenomeno delle truffe ai danni degli anziani è ben informato, anche grazie a una capillare campagna di informazione, e nel dubbio è ai Carabinieri che il Direttore si rivolge. Il Comandante di Stazione non minimizza. In un attimo è a casa di Rosa,che quando lo vede lo assale: come sta suo figlio, e quando arriverà l'avvocato a ritirare i soldi della cauzione? Il Maresciallo ci metterà del tempo a calmarla e a spiegarle il raggiro in cui è incappata,ma per Rosa il mondo smetterà di essere una barca alla deriva solo quando il militare riuscirà a rintracciare suo figlio, dimostrandole che nulla di male gli è accaduto. Non resterà a quel punto che aspettare la visita del sedicente "avvocato" e tendere la trappola. A rispondere al citofono, all'ora convenuta, sarà la signora Rosa, ma a ricevere il finto legale ci penseranno i Carabinieri...

L'AMICO DI FAMIGLIA.

Giuseppe non ha voglia, oggi, di rimanere a casa. È vero, l'operazione alla cistifellea subita qualche settimana fa non ha ancora smesso di farsi ricordare con delle fitte improvvise, ma l'aria è dolce in questa mattina di metà autunno, e la tessera dell'autobus appena rinnovata è un invitante lasciapassare per il mondo. Per uscire basta una scusa: la spesa al mercatino biologico per comprare quel pane scuro che tanto piace a sua moglie, le medicine per la pressione da ritirare in farmacia. Per queste semplici commissioni gli basteranno un paio d'ore, poi di nuovo all'ovile, ad aspettare il rito del pranzo e del telegiornale. È proprio mentre sta per imboccare la via di casa, però, che si sente chiamare: «Signor Giuseppe, che piacere vederla, si ricorda di me?». Il pensionato non ha il coraggio di ammettere che no, non se lo ricorda affatto, quell'uomo che avrà più o meno l'età della sua figlia più grande. Ma quando quello gli dice di essere appunto un vecchio compagno di scuola della ragazza, rievocando i pomeriggi passati a studiare insieme, non ha difficoltà a crederci. Era brava a scuola, Silvia, anzi bravissima: normale che avesse sempre intorno tanti amici che desideravano fare i compiti con lei. E poi quel ragazzo che gli offre sorridente un caffè ha un'aria davvero per bene. E sincero sembra essere il suo imbarazzo quando Giuseppe gli chiede cosa faccia nella vita, costringendolo ad ammettere che le cose, a dire il vero, non gli vanno tanto bene. Il lavoro da assicuratore lo ha perso, e tirare avanti non è facile, con un mutuo da pagare e un figlio diversamente abile da tirare su. Si arrangia come può, anche vendendo capi d'abbigliamento porta a porta. Se anzi Giuseppe volesse dare un'occhiata alla merce che ha nel portabagagli... Non passa mezz'ora che la vittima si ritrova,senza sapere come, con in mano due dozzinali giacconi da uomo, 250 euro in meno sul conto in banca e nella mente una certezza: quell'uomo sua figlia non l'ha mai conosciuta, e lui non si capacita della facilità con cui si è fatto prendere in giro. Non faranno nessuna fatica a crederci, invece, i Carabinieri cui si rivolge subito dopo: di denunce simili, negli ultimi tempi, ne hanno ricevute in gran numero. Ma sarà grazie alla memoria fotografica di Giuseppe, che gli ha permesso di ricordare almeno in parte la targa dell'auto incriminata, che riusciranno a incastrare il responsabile di tanti raggiri. Lo troveranno in una Sala bingo, nella speranza di far fruttare, tentando la fortuna, il provento del suo ultimo colpo.

LA FUGA DI GAS.

A mezzogiorno in punto Marisa ha già sbrigato le faccende che aveva previsto per la giornata: i mobili del salotto sono spolverati, i letto in cui dorme da sola dopo la morte del povero Attilio è fresco come le lenzuola lavate con l'ammorbidente, l'aspirapolvere l'ha passata in ogni angolo, a far brillare un parquet che era già così lucido da potercisi specchiare. E ora, mentre sul fuoco bolle il ragù che ha deciso di regalarsi per pranzo, può concedersi una mezz'ora di relax sulla sua poltrona preferita, una rivista in grembo e il telecomando a portata di mano. A buttare all'aria i suoi piani, però, arriva il suono del campanello: dallo spioncino Marisa vede due uomini con una casacca arancione, l'aria professionale e impaziente di chi non è lì per perder tempo. La donna apre senza esitare: nel condominio ci sono lavori in corso, e quei due ragazzi potrebbero aver bisogno di qualcosa. Sono due tecnici inviati dalla società del gas, le spiegano invece quelli, cortesi e affabili. È stata segnalata una fuga dal suo appartamento, continuano, e il loro compito è riparare il guasto. Marisa non stenta a crederci, accorgendosi che un odore pungente di gas è effettivamente percepibile. Non può sapere, la malcapitata, che sono stati propri i due sedicenti tecnici a vaporizzare, prima di suonare il citofono, il contenuto di una bomboletta per la ricarica degli accendini. Uno stratagemma quasi infallibile - i professionisti della truffa lo sanno bene - per carpire la fiducia delle loro vittime. Perché l'odore di gas fa paura, e la paura abbassa le difese; fino a farti mettere da parte ogni prudenza, permettendo a quei due uomini in arancio di perlustrare ogni angolo della tua casa, dando loro modo di mettere le mani anche in quei cassetti, scrigni e barattoli in cui gelosamente conservi quelle piccole cose di valore non quantificabile che raccontano tutta la tua vita. Nella trappola della paura cade anche Marisa, prima di rimanere sola e rendersi conto che, con la loro cassetta degli attrezzi, quei due bravi ragazzi si sono portati via anche tutto quel che, in casa, avesse un valore, dai gioielli di famiglia ai piccoli ninnoli d'argento. Ci vorrà un Carabiniere, che di storie simili ne ha già sentite tante, per spiegare a Marisa quello che è realmente accaduto. E per convincerla che in quella trappola sarebbe potuto cadere chiunque.

UN INSPERATO RIMBORSO.

Per Concetta, detta Tina, il rito del tè delle cinque, in compagnia della vicina di casa Valeria, è un appuntamento irrinunciabile: una buona tazza accompagnata dai suoi amati biscotti al burro e qualche innocente chiacchiera sugli ultimi inquilini arrivati, sulla spesa che diventa sempre più cara, sui figli ormai grandi che si fanno vivi solo per Natale e compleanni. Un bel giorno, però, una scena inattesa viene a spezzare la monotonia di quel rassicurante copione. Il suono del campanello annuncia l'arrivo di una signora distinta, che si presenta come addetta al controllo delle dichiarazioni dei redditi. Pare che nell'ultimo 730 ci sia stato un errore, le spiega, e per Tina questo potrebbe significare un rimborso consistente. Per verificarlo, però, la sedicente impiegata, che nel frattempo ha invitato Tina a congedare la sua amica («Sono faccende riservate», insiste) ha bisogno di controllare non solo le ricevute dei versamenti effettuati dalla contribuente, ma anche di visionare eventuali oggetti preziosi che le appartengono, così da poterli valutare e "portare in detrazione". Tina non sospetta nulla, concentrata com'è sull'insperata occasione; è così ansiosa di collaborare che quando l'impiegata, dopo aver soppesato un bracciale e un paio di orecchini d'oro, le chiede se non abbia qualche altro monile, le viene spontaneo telefonare alla figlia per consultarsi su cosa sia il caso di mostrare alla brava funzionaria. Per la sconosciuta è il momento di tagliare la corda: Tina non ha nemmeno il tempo di rendersi conto di quel che sta accadendo che la "signora dei redditi" è già con un piede fuori dalla porta, blaterando qualcosa su una telefonata urgente da fare e sul telefonino che non prende. Con la donna e la sua scia di profumo si volatilizzano anche i gioielli di Tina. Per lei, alla ferita di essere stata ingannata, si aggiungerà il disagio di raccontare tutto a sua figlia, all'amica, ai Carabinieri. Saranno questi ultimi a rassicurarla: Tina non è la sola ad essere stata truffata con simili modalità. E il problema non è lei o la sua ingenuità, ma la malafede di chi non ha esitato a rubarle, oltre all'oro, la dignità.

IL CONTO CHE NON TORNA.

Umberto ha appena fatto un consistente prelievo di denaro dal suo conto Bancoposta. Una vecchia abitudine, quella di ritirare per intero o quasi la pensione, a fine mese, per poi tenerla sempre lì, in quel cassetto che fa da salvadanaio per lui e per la moglie Bianca. Nessuna preoccupazione lo sfiora, mentre percorre la strada verso casa col suo "gruzzolo" di un migliaio di euro nel borsello. Non è nato ieri, Umberto, e certo non è uno che si faccia derubare dal primo ladruncolo che capita. A questo pensa mentre, a pochi passi dall'ufficio postale, gli si avvicina un ragazzo, esibendo un tesserino di Poste Italiane. C'è stato un errore nel conteggio delle banconote appena prelevate, gli spiega; è indispensabile fare una verifica. Umberto, però, esita. Qualcosa, infatti, lo ha messo in allarme nell'atteggiamento di quel giovane che pure sembrerebbe tutto fuorché un predatore di pensioni altrui. Nella mente del pensionato è affiorato un ricordo: non è passato molto tempo da quando la moglie, una domenica, lo ha costretto a seguirla in parrocchia. Il suo amato Don Giulio, preoccupato per alcuni casi di truffe che avevano visto coinvolti alcuni anziani della sua comunità, aveva invitato il Comandante della vicina Stazione per parlare ai parrocchiani e metterli in guardia da un fenomeno ormai

impossibile da ignorare. E tra i casi che il militare aveva citato, ce n'era uno simile al suo, finito con il pensionato che, una volta a casa, si era ritrovato a contare banconote false. Per Umberto, a quel punto, non ci sono dubbi sul da farsi: fingendo di aprire il borsello per prendere le banconote, estrae invece il telefonino e, con una fermezza che stupisce prima di tutti se stesso, si rivolge al sedicente impiegato: «Mi dispiace, ma questa volta ti è andata male. Se non giri alla larga, chiamo i Carabinieri». Il giovane non se lo fa ripetere due volte. Il tempo di un Padre Nostro e si è dileguato. A Umberto non rimarrà che correre alla Stazione dell'Arma per raccontare tutto e fornire ai militari ogni informazione utile a rintracciare il truffatore mancato.

C'E' POSTA PER LEI.

Giovanna ha due figlie ultraquarantenni e un genero, Andrea, che considera come il maschio che non ha mai avuto.Ha la passione per i computer, Andrea,e non è infrequente che faccia acquisti on line facendosi poi recapitare il pacco all'indirizzo della suocera, l'unica a trascorrere in casa la gran parte della sua giornata. Per questo non si sorprende più di tanto quel giorno in cui, mentre sta per rientrare dopo essere andata alla posta a prelevare la pensione, un uomo le si avvicina dicendole che ha una consegna urgente per "suo figlio". A quell'errore non fa caso, in tanti lo commettono, vedendo l'affetto che la lega al genero. Solo un dubbio la sfiora: normalmente Andrea la avverte quando è inattesa di una consegna, pregandola di non uscire prima di averla ricevuta. Ma chissà, magari questa volta non ne ha avuto il tempo, o semplicemente gli è passato di mente. Così Giovanna non ci pensa due volte a farsi

lasciare quel plico che per di più deve essere anche pagato: 500 euro la "modica" tariffa, cui si aggiungono i 25 della consegna. Per fortuna ho appena preso la pensione, si dice Giovanna, prima di lasciare andare via il corriere e di accorgersi dell'insolita leggerezza di quello scatolone che pure, a giudicare dal prezzo, deve contenere qualcosa di prezioso.

Una telefonata alla figlia e quindi una al genero chiariranno il mistero: quella consegna non s'aveva da fare. E le certezze di Giovanna che si reputava una donna anziana sì, ma ancora in gamba, e certo poco incline ad essere raggirata, si sgretolano come i trucioli con cui è infarcito il "pacco" che le hanno rifilato. La rabbia che prova si placherà solo quando saprà che, dopo la denuncia da lei sporta ai Carabinieri e grazie alla descrizione che ha saputo fare del "corriere" e del suo aspetto, il truffatore è stato arrestato. Prima che derubasse un altro anziano del bene più prezioso: l'autostima.

COME DIFENDERSI

I CONSIGLI DELL'ARMA PER TUTELARSI DA TRUFFE E RAGGIRI

Che al centro di truffe di ogni genere siano soprattutto le persone "di una certa età" non deve stupire: spesso sole in casa, ben disposte anche verso chi non conoscono, attratte da false novità abilmente prospettate, si lasciano coinvolgere da proposte ed iniziative che definire rischiose non è esagerato, come ben sa chi di creativi e fantasiosi sfruttatori è stato vittima. E questo nonostante i ripetuti segnali d'allarme lanciati dalle Forze dell'Ordine,spesso opportunamente appoggiate dalle denunce della cronaca giornalistica. In realtà basterebbe osservare sotto una luce diversa, e soprattutto con più attenzione, alcuni comportamenti all'apparenza "normali" e "ragionevoli" anche se magari un po' insoliti, per rendersi conto di come in effetti siano tutt'altro che credibili. È proprio questo che vogliamo fare qui insieme a voi. Proponendovi alcune regole semplici ed essenziali per affrontare con maggior sicurezza e serenità le vostre giornate.

1. ATTENZIONE A...

Prima di tutto, allora, tenete presente che occasioni, iniziative, offerte, all'apparenza assai vantaggiose, se veramente tali vengono presentate con chiarezza e si è sempre in grado di controllarle: non sarà un incontro occasionale a proporvele. È facile invece che si tratti di una truffa. Il cui ideatore, una volta giunto a buon fine, si dissolverà nel nulla. Le truffe possono essere perpetrate di persona, al telefono o anche per posta, non esclusa quella che viaggia su Internet. Si può essere fermati per strada, si può ricevere una visita a casa, si può venire contattati con i più diversi sistemi. Ma l'atteggiamento del malintenzionato è sempre lo stesso. Qualcosa, positivo o negativo che sia, sta per accadere, è appena accaduto, potrebbe accadere se...

2. DIFFIDATE DELLE APPARENZE.

Apparenza distinta, sorriso cordiale, massima disponibilità, gli "amici" truffatori si presentano con un aspetto tranquillizzante. L'ideale per conquistare la vostra simpatia. E per introdurvisi abilmente in casa, pronti ad appropriarsi di denaro e gioielli.

Della vostra ingenuità approfitteranno ugualmente in strada, ostentando un'improbabile cortesia che consentirà loro di avvicinarvi quanto basta per farvi sparire il portafogli. O magari la pensione, appena usciti dalla banca o dalle poste. E sull'insicurezza gioca anche il sedicente amico, che non esiterà ad abbracciarvi affettuosamente sfilandovi dalla tasca il cellulare appena acquistato. Né meno bene i truffatori sanno colloquiare con voi quando il contatto è telefonico. Per coinvolgervi in costose iniziative che solo in un secondo momento vi appariranno in tutta la loro insensatezza.

3. NON APRITE QUELLA PORTA.

Cominciamo col dire che il cancello e il portone non si aprono agli sconosciuti. Tanto meno la porta di casa. Controllate il visitatore dallo spioncino, e ricorrete comunque alla catenella se aprire vi appare necessario. Già, ma in quali casi è veramente necessario? Un funzionario del Comune o delle Poste, un incaricato dell'INPS o dell'INAIL, un tecnico del gas o della luce non si presenta a casa vostra senza preavviso. E non compete a lui la riscossione di bollette, il controllo dei pagamenti, magari con rimborsi a vostro vantaggio.La sua visita è sempre preceduta e garantita da una comunicazione in cui ne risulta il motivo. Non vi convince ugualmente? Avete tutti i diritti di contattare l'azienda interessata. Controllate il numero telefonico, però: il soggetto potrebbe darvi quello di un suo complice. Lui (o lei) attenderà fuori della porta.

4. MAI IN CONTANTI.

Tutt'altro discorso per i venditori porta a porta, che da esibire non hanno altro che il rivoluzionario e/o economicissimo elettrodomestico, la storica enciclopedia, o una serie di "ottimi prodotti alimentari". Se proprio non siete disposti a rinunciarci, nessun pagamento in contanti: con un bollettino postale avrete conferma della società che vi ha offerto il prodotto e soprattutto la garanzia dell'avvenuto vostro acquisto presso di essa.

E se invece ad arrivare è il pacco ordinato dal familiare sempre in giro per il mondo? Se non riuscite a rintracciarlo, la miglior cosa è chiedere che il pacco venga lasciato sullo zerbino, nell'androne o, se lo avete, dal portiere. Certo, bisognerà firmare. Ma mai senza catenella alla porta.

5. IL TESSERINO NON BASTA.

Di visite, quando si è in casa, se ne possono ricevere tante. Ma non certo quelle degli impiegati di banca, i cui servizi vengono offerti solo presso gli sportelli, per corrispondenza, con carte di credito e online. Particolare attenzione, poi, a chi dice di far parte di enti benefici o religiosi, che, in modo assolutamente più credibile, preavvisano con messaggi nella bucadelle lettere e di prassi non inviano volontari nelle abitazioni. Alla porta c'è un rappresentante delle Forze dell'Ordine, con un tesserino di riconoscimento a giustificare gli abiti civili? Comportamento del tutto inusuale: Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza operano presso le abitazioni in uniforme e vi giungono con auto di servizio. Chiamate senza esitazione il 112. Il suo compito è garantire la vostra sicurezza.

6. NESSUNA CONFIDENZA AL TELEFONO...

Operando in linea, i truffatori possono procedere indisturbati. Attenzione allora a qualsiasi inattesa opportunità vi venga proposta "per appuntamento". E tenete presente che INPS, INAIL e le ASL non ricorrono al telefono se devono effettuare controlli o risolvere questioni amministrative. Niente conversazioni, e confidenze, con persone che vi hanno contattato "per sbaglio": non di rado si tratta di malintenzionati che mirano a carpire utilissime informazioni su di voi. La più classica delle truffe al telefono? La chiamata di sedicenti avvocati che chiedono urgentemente denaro per un vostro familiare in difficoltà: un incaricato verrà da voi a prelevarlo, magari disposto ad accompagnarvi al Bancomat. Non pagate in nessun caso. Piuttosto rivolgetevi ad una persona di fiducia.

7. ...E NEMMENO SU INTERNET.

E se ad Internet, ormai, la Terza Età non può più rinunciare, altrettanto non deve fare a meno di alcune misure di sicurezza. Una pas­ sword "complicata" (numeri, simboli, lettere maiuscole e minuscole), riservatezza dei dati, bancari ma non soltanto, un buon programma antivirus. Sempre ricordando che accattivanti occasioni per acquisti vanno sempre opportunamente controllate,e le e-mail che arrivano da sconosciuti non devono mai essere aperte.

8. ATTENTI A BAMBINI!

Il nipotino non va mai mandato da solo ad aprire il portone o la porta di casa: non avrebbe problemi ad accogliere chiunque, senza distinzione tra "buoni" e "cattivi". Ma non deve nemmeno accettare dolci o giocattoli per strada da estranei, pronti a "fare amicizia" con lui. Ma anche con voi. E le conseguenze potrebbero essere inattese.

9. NON FATEVI DISTRARRE.

E tanto quanto "fare amicizia" è facile distrarre una persona, anziana ma non soltanto: basta una spinta, all'apparenza involontaria; una moneta che cade in terra attirando lo sguardo; una battuta spiritosa mentre si maneggia del denaro. Per non parlare di ambienti affollati e confusione: gli spostamenti in autobus, la spesa al mercato, il cappuccino al bar sono circostanze

ideali per ladri e ladruncoli. Almeno quanto la borsa o il borsello aperti o sul lato esterno del marciapiede, e perciò "a portata di mano". Da non trattenere, però, in caso di scippo: una caduta può avere effetti ben più gravi della perdita di denaro...

10. UN BUON VICINATO.

Proprio per non rinunciare alle proprie abitudini e ai propri interessi, insomma, giunti ad un certo momento della vita alcune precauzioni in più, a partire da quelle che vi abbiamo indicato, è bene prenderle. Certo, non tutti in casa possono permettersi la porta blindata, il dispositivo antifurto o la cassaforte. Ma può essere fondamentale, ad esempio,un buon rapporto di vicinato. Perché è proprio il vicino che salutate tutti i giorni,e con cui è sempre bene scambiare il numero di telefono, che potrà intervenire in vostro aiuto prima di chiunque altro, ben conoscendo ilvostro stile di vita e individuando eventuali, preoccupanti "anomalie" nella vostra quotidianità.

Ma soprattutto, in caso di necessità, reale o presunta, non esitate a chiamare il 112. Il numero è gratis, noi sempre pronti ad aiutarvi.

AIUTATECI AD AIUTARVI

In parrocchia e nei centri anziani, attraverso le radio e persino a teatro: sono innumerevoli le iniziative di sensibilizzazione attuate per informare e mettere sull'avviso i cittadini appartenenti alla Terza Età

Da Ancona a Benevento, da Brescia a Cagliari,da Catanzaro a Trieste: in ogni città, paese, frazione del territorio nazionale si moltiplicano le opere di sensibilizzazione dell'Arma finalizzate alla prevenzione e al contrasto dell'esecrabile fenomeno delle truffe perpetrate ai danni degli anziani. Si tratta di iniziative di rassicurazione sociale, che tendono a consolidare il tradizionale rapporto di vicinanza dell'Arma ai cittadini, con particolare riguardo nei confronti di quanti si trovano all'interno delle fasce più deboli e indifese della popolazione. La sicurezza è un bene assoluto per gli anziani: sicurezza che troppo spesso viene messa a repentaglio dall'azione di malfattori senza scrupoli che approfittano della loro buona fede. Un fenomeno, purtroppo, in continua crescita. Che deriva anche dall'atomizzazione delle famiglie e dalla conseguente solitudine in cui vivono molti appartenenti a tale categoria sociale. Per queste persone la truffa, oltre al danno economico che comporta, rappresenta anche un vero e proprio motivo di caduta psicologica: c'è infatti il reale pericolo che le vittime possano chiudersi in sé stesse, compromettendo la propria autonomia e socializzazione. Ecco perché nelle parrocchie come nei centri culturali, nelle aule consiliari come nei circoli ricreativi e nelle sedi delle associazioni di quartiere, e persino con un "porta a porta" presso le abitazioni private, i militari dell'Arma si muovono, in concerto e con la collaborazione di Enti locali e autorità religiose, per parlare con gli anziani, informarli sulle modalità attraverso le quali le truffe vengono attuate e fornire loro consigli mirati affinché possano difendersi dalle subdole tecniche utilizzate dai malviventi per introdursi in casa.

Al termine di questi incontri, i partecipanti acquisiscono sempre più la consapevolezza di un concetto importante: quello della "sicurezza partecipata", utile al fine di prevenire i reati e a promuovere in modo sempre più proficuo l'indispensabile collaborazione con chi è impegnato a contrastarli. Sentirsi protetti e vivere in un ambiente sicuro è infatti una condizione fondamentale, che contribuisce a innalzare la qualità della vita e il livello di benessere. E la fiducia nell'operato delle Forze dell'Ordine e la collaborazione che i cittadini danno loro diventano presupposti fondamentali alla costruzione di un'efficiente rete di comunicazione che permette di prevenire e arginare quelle che sono le più frequenti situazioni di pericolo. Le iniziative dell'Arma non si limitano però ai menzionati incontri nelle sedi in cui è più facile entrare in contatto con gli anziani. Fondamentale è il contributo fornito dagli organi di stampa e dai mezzi d'informazione locali, in grado di diffondere presso il maggior numero di persone l'opera di sensibilizzazione intrapresa dai Carabinieri (molte le radio e le televisioni regionali e provinciali che trasmettono spot e video informativi). Non solo. Nell'opera di prevenzione vengono coinvolti anche medici di base, Associazioni di categoria e Sindacati, oltre naturalmente ai responsabili dei vari istituti di credito, banche e uffici postali, invitati a segnalare eventuali operazioni o movimenti di denaro insoliti effettuati dai pensionati. Brochure e vademecum informativi vengono affissi nei luoghi di maggior aggregazione (centri commerciali e supermercati di zona, sale di attesa dei Comandi Stazione) o inseriti nei bollettini parrocchiali diffusi dalle diverse comunità religiose. C'è persino chi ha pensato al teatro come strumento ideale per educare le coscienze: è successo a Parma, dove è andato in scena "Truffati: raggiri, inganni e altre catastrofi", presentato in tutti i centri sociali, ma anche a Trieste, con una pièce dall'inequivocabile titolo de "L'arte del raggiro".

Insomma, nulla viene trascurato per arginare, e soprattutto prevenire, un così odioso reato e restituire alle vittime la fiducia in se stesse e in chi è chiamato a difenderle.

Truffe agli anziani: 6 esempi e come difendersi al meglio

Hai bisogno di un allarme? Calcola ora il tuo preventivo gratuito

Il copione della truffe agli anziani è sempre lo stesso. I ladri bussano alla porta travestiti da falsi dipendenti, tecnici o con le scuse più disparate ed entrano in casa di persone anziane per derubarle, talvolta anche con ingenti danni economici.

Qualche esempio? Dei ladri hanno derubato un’anziana fingendosi amici della figlia con l’unico obiettivo di entrare in casa. In un altro caso un ladro si è finto tecnico dell’acquedotto e ha rubato in casa di una coppia di anziani stordendoli con il gas.

Gli anziani, oltre al danno economico, al trauma psicologico dell’invasione del proprio spazio personale, subiscono anche il senso di colpa di essere stati vittima di un raggiro.

Per questa ragione è importante individuare quali sono le tecniche utilizzate dai ladri, e imparare a difendersi dalle truffe. E questo è possibile con strumenti quali l’allarme per anziani e il salvavita con tasto SOS.

Truffe anziani: gli esempi più comuni

I ladri scelgono i più disparati travestimenti ed escogitano inganni di ogni genere per raggirare le vittime.

Ecco alcune delle truffe più utilizzate:

La truffa del “pacco”

In questo caso, i ladri mettono in scena un duplice personaggio: in un primo momento, chiamano la propria vittima, di solito un anziano genitore; poi lo avvertono che stanno per consegnare un pacco per conto del figlio o del nipote della vittima; e infine chiedono di preparare la somma da pagare che si aggira sui 2-3 mila euro.

Successivamente, bussano alla porta in veste di corriere, consegnano il pacco e l’anziano paga l’ingente somma ignaro di essere appena stata truffato. È successo ben 86 volte nelle province di Napoli, Caserta e Salerno, ripetendosi poi tra Foggia e Chieti.

Una tecnica apparentemente banale ma che fa leva sull’onestà, sulla bontà e sul desiderio di un genitore di aiutare il proprio figlio o nipote.

Falsi dipendenti Inps, Enel, Telecom

Nessuna telefonata di avviso questa volta. I ladri arrivano direttamente alla porta degli anziani.

Suonano il campanello e si presentano come dipendenti di ogni genere dell’Enel, Inps, Telecom e chiedono di fare controlli. Gli anziani li fanno entrare e vengono derubati anche con la forza.

Truffa del congelatore

Tecnici del gas o dell’acqua travestiti ad hoc, millantano un grave problema da risolvere urgentemente. Gli anziani, preoccupati e ignari del pericolo, li accolgono in casa. È in questo momento che il ladro colpisce, quando le vittime sono in uno stato emotivo di ansia e preoccupazione che solo i presunti tecnici possono risolvere.

I truffatori invitano le vittime a proteggere i loro preziosi averi dalle pericolose fughe di gas o da qualsiasi altra minaccia, collocandoli al sicuro in un sacchetto dentro al congelatore.

A quel punto il ladro distrae le anziane vittime per intascare la refurtiva. I ladri recuperano il sacchetto con gli averi e si dileguano velocemente, rassicurando le vittime di aver risolto il problema tecnico

Truffa dell’incidente

Forse una delle messe in scena più utilizzate, questa truffa inizia con una chiamata da un finto Carabiniere che informa la sventurata vittima di un incidente accaduto al figlio.

Il copione prosegue con la richiesta di denaro per garantire cure mediche o assistenza legale al figlio e con la promessa che un “avvocato” (o un’altra figura simile) passerà a breve a ritirare i soldi. L’anziano, preso dal panico per la sorte del suo caro, consegna i soldi, convinto anche dall’apparente aspetto raccomandabile della persona che si presenta alla sua porta.

Con l’arrivo della pandemia, sono state messe a punto truffe a tema Coronavirus, simili a quella dell’incidente. I delinquenti si spacciano per personale sanitario e chiedono soldi per curare i figli o nipoti delle vittime, a loro detta ricoverati in ospedale affetti da Covid-19.

Truffa dell’amico

I modus operandi dei ladri possono essere diversi ma il fulcro è lo stesso: i truffatori si fingono amici o conoscenti dei figli o dei nipoti delle vittime e sostengono che questi gli debbano dei soldi. Convincono quindi gli anziani a dare loro del denaro per ripagare il debito. In questo caso i malcapitati sono spinti a pagare dalla preoccupazione per i loro cari.

Altro caso simile è quello in cui il ladro si finge amico di famiglia o amico dei parenti della vittima. Per telefono o per strada, il truffatore cerca di impietosire l’anziano raccontandogli le sue correnti difficoltà economiche. Fiumi di parole e di disgrazie che confondono e commuovono la vittima fino a che non concede del denaro al presunto amico.

Truffa agli anziani al telefono

I soggetti di queste truffe non sono solo anziani, ma indubbiamente le persone di questa fascia di età hanno più probabilità di cascarci a causa della poca dimestichezza con la tecnologia.

Oltre a quelle che abbiamo già visto, come il falso Carabiniere o medico che chiede soldi per aiutare un parente, ci sono altri casi di truffa telefonica. Un esempio è la chiamata che annuncia una vincita in denaro.

In altri casi i malviventi non si devono inventare storie: gli basta chiamare e poi chiudere la comunicazione quando la persona risponde. A questo punto alla vittima verrà naturale richiamare il numero e lì scatterà un addebito sul conto del telefono.

Altri esempi di truffe vengono raccontati direttamente in questo articolo della Polizia di Stato.

Come prevenire e riconoscere le truffe agli anziani

L’attenzione e la prudenza non sono mai poche in questi casi. È importante quindi adottare sempre qualche accorgimento di sicurezza. Ad esempio:

È meglio diffidare di chi suona alla nostra porta presentandosi come un tecnico, chiedendo insistentemente di entrare senza aver preso alcun appuntamento.

presentandosi come un tecnico, chiedendo insistentemente di entrare senza aver preso alcun appuntamento. È importante sapere che enti come Inps, Inail e Asl non hanno personale che faccia visite a domicilio, quindi non bisogna aprire la porta a chi si presenta come ispettore per accertamenti sul ticket sanitario, controllo documenti o annuncio di rimborsi.

Le aziende di servizi come gas, acqua e telefono, invece, non arrivano mai senza prima annunciarlo telefonicamente , specificando all’utente l’ora e il giorno della visita e le ragioni dell’intervento.

, specificando all’utente l’ora e il giorno della visita e le ragioni dell’intervento. Ricordare che l’abito non fa il monaco: spesso i truffatori si presentano come persone perbene, vestite in modo curato ed elegante, oppure indossando una divisa. Attenzione a non farsi convincere dall’aspetto rassicurante: i ladri possono avere qualsiasi età, aspetto fisico, nazionalità e genere!

Per un elenco completo delle precauzioni da prendere contro le truffe vi rimandiamo al sito dei Carabinieri, dove troverete anche altri esempi di truffe molto usate.

Come difendersi dalle truffe agli anziani

Ma cosa fare quando la prudenza non basta? Quando l’inganno è così ben progettato, i ladri sono attori talmente impeccabili da rendere impossibile il riconoscimento della truffa sulla porta di casa?

Per assicurarci un’adeguata protezione, la soluzione più opportuna sarebbe disporre di un sistema di allarme per anziani dotato di cartelli dissuasori esterni e pulsante SOS portatile.

I cartelli dissuasori vengono solitamente posizionati all’esterno di un’abitazione per segnalare non solo la presenza di un sistema di allarme all’interno dell’abitazione, ma anche la tipologia di sistema, come nel caso di un impianto di videosorveglianza o di un impianto collegato alla Centrale Operativa. Sapendo di poter essere riconosciuti e incastrati, i truffatori cambieranno obiettivo.

vengono solitamente posizionati all’esterno di un’abitazione per segnalare non solo la presenza di un sistema di allarme all’interno dell’abitazione, ma anche la tipologia di sistema, come nel caso di un impianto di videosorveglianza o di un impianto collegato alla Centrale Operativa. Sapendo di poter essere riconosciuti e incastrati, i truffatori cambieranno obiettivo. Un pulsante SOS portatile è un vero e proprio salvavita per gli anziani o per chiunque si ritrovi messo alle strette dai ladri: indossato come ciondolo o tenuto sempre in tasca quando si è in casa, offre il vantaggio di richiedere un immediato intervento. Il pulsante portatile può essere facilmente nascosto agli intrusi ed essere sempre raggiungibile. Quando viene inviato un segnale SOS, se il sistema di allarme è collegato ad una Centrale Operativa, le Guardie Giurate avvisano immediatamente le Forze dell’Ordine.

Truffe agli anziani come riconoscerle e come evitarle

Quello delle truffe agli anziani rappresenta un fenomeno che colpisce sempre più frequentemente i soggetti fragili che sono soliti trascorrere molto tempo da soli, a causa di un isolamento spesso causato dall’età e dalla lontananza dagli affetti. Vi sarà capitato infatti almeno una volta di sentire di amici o parenti che, conservando una somma di denaro oppure oggetti preziosi in casa, siano stati raggirati da individui capaci di fare leva sulla loro bontà ed innocenza.

Negli ultimi tempi le truffe a danno di persone anziane stanno assumendo caratteristiche molto diversificate, in quanto possono avvenire in molteplici contesti e con modalità variegate, spesso coinvolgendo attori abili e preparati. Per questa ragione è importante sensibilizzare questo delicato tema, per saper riconoscere le situazioni più a rischio e imparare alcuni trucchi per smascherare ogni tipologia di tentativo.

Questo articolo vuole quindi essere una pratica guida dedicata alle truffe agli anziani, rivolta sia alle potenziali vittime, ma anche a chi svolge il delicato compito di caregiver, amico o parente, recitando così un significativo ruolo nella loro prevenzione e tutela all’interno della quotidianità.

TRUFFE AGLI ANZIANI: UN FENOMENO IN CRESCITA

Purtroppo, è lecito domandarsi, quando si parla di truffe agli anziani, come sia possibile commettere azioni così crudeli contro soggetti così fragili. Fortunatamente difendersi da questo fenomeno sempre più in crescita è possibile. Il segreto, a nostro avviso, è quello di riuscire a “smascherarli” grazie ad un identikit consolidato che ci consenta non solo di mantenerli alla larga, ma anche di informare prontamente le Forze dell’Ordine. Occorre ricordare che chi compie truffe agli anziani generalmente si presenta come educato, sorridente, ben vestito e accondiscendente. Ma soprattutto gli schemi di azione sono sempre gli stessi, tendenzialmente perché conoscono sempre la posizione sociale ed economica di chi intendono aggirare. Ecco perché nella nostra mini guida vogliamo partire da un pratico elenco di luoghi comuni in cui potreste vostro malgrado trovarvi coinvolti. Prevenire è meglio che curare.

TRUFFE ANZIANI ESEMPI PIÙ COMUNI DA MONITORARE

Riconoscere le truffe agli anziani attraverso gli esempi più comuni è importante, ma non è semplice. Occorre infatti considerare che chi le commette può essere sia uomo che donna, e presentarsi in coppia con un complice, ma anche da solo. Si mostreranno a voi rassicuranti, cordiali ma soprattutto con una caratteristica inconfondibile: parleranno molto per confondervi e abbindolarvi. Spesso fingono infatti di conoscervi o essere state mandate da persone a voi care, così come non è raro che si presentino come dipendenti statali, lavoratori o membri delle Forze dell’Ordine. Possono presentarsi presso le vostre abitazioni in uniforme, mostrare un tesserino oppure fermarvi in strada offrendovi di accompagnarvi con l’intento di reperire informazioni utili. Le modalità di approccio, insomma, sono molteplici: proviamo a vederle una alla volta.

Truffe telefoniche anziani

Le truffe telefoniche agli anziani sono molto diffuse. Se venite contattati telefonicamente perché un vostro parente o amico si trova in difficoltà e vi viene chiesta una somma di denaro per aiutarlo, contattate la stessa persona su un recapito telefonico già in vostro possesso. Molto spesso, infatti, dietro queste richieste si celano malintenzionati pronti a fingersi persone volenterose incaricate di consegnare una somma di denaro che non arriverà mai a destinazione!

Prelievo di denaro sospetto

Succede spesso che una persona anziana, poco dopo aver prelevato la pensione, venga fermata o raggiunta a casa da qualcuno che si presenta come un dipendente bancario per verificare il numero di serie delle banconote appena ritirate. Diffidate di chiunque si avvicini con questo pretesto: nessun impiegato vi cercherà mai a casa o vi fermerà per strada. Piuttosto contattate la vostra Banca!

Truffa del pacco postale

È arrivato un pacco che non aspettavate? Non ritirate nulla e non consegnate denaro a nessuno, se i destinatari non vi hanno prima avvisato.

Il classico “controllo” a domicilio

Numerose aziende che si occupano di utenze come luce e gas preannunciano il loro arrivo tramite avvisi condominiali. In assenza di appuntamenti segnalati, non aprite a nessun incaricato, soprattutto se sprovvisto di tesserino identificativo.

Truffe 2.0

In una realtà sempre più tecnologica, sono sempre di più gli anziani che utilizzano la Rete per informarsi. Il Web, tuttavia, può rappresentare un’arma a doppio taglio. Prestate dunque attenzione a comunicazioni e link che vi chiedono dati riservati, in particolar modo quelli bancari. Attenzione, inoltre, anche alle e-mail sospette e alle celebri catene di S. Antonio: non apritele ed eliminatele immediatamente, avvisando la Polizia Postale.

TRUFFE ANZIANI COME DIFENDERSI?

Ma come difendersi concretamente dalle truffe degli anziani? Il primo aspetto fondamentale da considerare è quello del luogo dove si viene “attaccati”. Se vi trovate a casa, è naturalmente fondamentale non aprire la porta agli sconosciuti, ricordando di far lasciare la corrispondenza nella cassetta della posta, per evitare spiacevoli sorprese con finti postini. Diffidate sempre di coloro i quali si annunciano come tecnici di acqua, luce e gas, a meno che non mostrino un tesserino che confermi la loro mansione. Infime non accettate mai proposte commerciali come offerte telefoniche o piani tariffari dedicati, a meno che non siate stati voi stessi a richiederli. Quando vi trovate in strada per una commissione, e non avete modo di farvi accompagnare da una persona fidata non date confidenza agli sconosciuti, anche se vi sembrano cortesi ed educati. Non date modo di seguirvi fino al vostro domicilio, e non consegnategli nulla solo perché lo avrebbe richiesto un vostro conoscente: in questo caso vi basterà sentire la persona interessata per avere modo di comprendere chi realmente vi stia davanti.

Se dovete recarvi in banca chiedete sempre a qualcuno di accompagnarvi, facendo attenzione a chi si avvicina. Mettete i soldi nelle tasche più difficili da raggiungere, senza lasciare mai incustodita la borsa. Infine, quando vi trovate ad uno sportello Bancomat, controllate chi ci sia nei vostri paraggi e se vi stia controllando in qualche modo.

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