Dichiarazione Imposta sui servizi digitali

by Martina Trevisan

Le Misure del PNRR per la Transizione Digitale

Favorire l'adozione dell’identità digitale (Sistema Pubblico di Identità Digitale, SPID e Carta d'Identità Elettronica, CIE) e dell'Anagrafe nazionale della popolazione residente (ANPR).

Vantaggi per la PA

Le soluzioni di identità digitale SPID e CIE consentono alle amministrazioni di abbandonare i diversi sistemi di autenticazione gestiti localmente, permettendo di risparmiare risorse (in termini di lavoro e costo necessari per il rilascio e la manutenzione delle credenziali) ed offrire un accesso sicuro e veloce ed omogeneo ai servizi online su tutto il territorio nazionale.

Con ANPR le amministrazioni potranno dialogare in maniera efficiente tra di loro, avendo a disposizione un punto di riferimento unico di dati e informazioni anagrafiche, dal quale poter reperire informazioni certe e sicure per poter erogare servizi integrati e più efficienti per i cittadini. Per la Pubblica Amministrazione significa guadagnare in efficienza superando le precedenti frammentazioni, ottimizzare le risorse, semplificare e automatizzare le operazioni relative ai servizi anagrafici, consultare o estrarre dati, monitorare le attività ed effettuare analisi e statistiche

Platea potenziale 22,300 enti

Oltre la crisi, opportunità per le aziende nell’industria tech

Pandemia, chiusure, isolamento forzato o per scelta, boom contestuale del lavoro agile e delle applicazioni ad esso correlate. Tutto questo ha incoraggiato una notevole accelerazione della digitalizzazione in molti settori, dalle vendite al dettaglio online (oramai 1 grande azienda su 3 in ogni comparto ha un suo canale di vendite via Internet), alla finanza digitale e, ancora, dall’intrattenimento online alla telemedicina. In sostanza, per ragioni storiche, anzi, oggettive, data la sua pervasività ed estrema adattabilità, l’innovazione non è più settore, ma una vera e propria industria che corre e si rimodella in parallelo con i flussi esterni.

Nonostante i tassi di crescita siano destinati a rallentare nel 2022, lo spostamento delle attività e delle funzionalità tradizionali in direzione delle moderne tecnologie continuerà incontrastato. L’economia globale è un’industria innovativa. E lo dimostrano i volumi di stima d’investimento: almeno 2mila miliardi di euro provenienti da bilanci e fondi pubblici si incontreranno sul terreno delle nuove tecnologie, con 3mila miliardi di euro di risorse private.

La questione non è capire se è poco o tanto, ma chiedersi se si tratta di cifre sufficienti alle sfide di un'industria, quella dell’innovazione permanente, sempre più richiedente.

Oltre la crisi, perché l’industria dell’innovazione è destinata a crescere?

Gli utenti di Internet sono ormai 3,2 miliardi, disseminati in tutto il pianeta e, per il 2026, si dovrebbero raggiungere i 3,7 miliardi di clienti con il corollario di servizi, applicazioni e tanti altri servizi digitali. Inoltre, già 1 miliardo di loro ha sottoscritto contratti per l’uso domestico o personale di Internet.

Le imprese private investiranno quasi 1.000 miliardi di dollari l’anno da qui ai prossimi anni soltanto per l’informatizzazione delle rispettive attività e business. Crisi, rallentamenti e difficoltà vi saranno sempre, ma l’industria dell’innovazione resta sempre destinata a crescere, imperturbabile, come le decine di migliaia di brevetti che ogni anno lievitano nell’ambito dell’high tech.

Più innovazione, più regole: i nodi da sciogliere

Iniziamo questo breve viaggio nel cuore dell’industria più pulsante del secolo. In primo luogo, si apriranno aree di opportunità per le aziende che si muoveranno rapidamente verso lo sviluppo del nuovo digitale, inclusi prodotti e servizi, mentre le altre aree di innovazione continueranno a progredire attraendo investimenti continui.

Tuttavia, ci sono anche alcuni seri rischi per gli imprenditori, derivanti in particolare dal contesto normativo e dal sistema attuale delle infrastrutture, spesso sorpassate, che potrebbero influenzare la velocità di sviluppo delle economie digitali nei prossimi cinque anni.

Le preoccupazioni principali vanno dalla sicurezza informatica e geopolitica, ai diritti dei consumatori e alla concorrenza. La conformità alla privacy dei dati diventerà un fattore centrale cui tutte le aziende dovranno adeguarsi, basti pensare all’utilizzo sempre più massiccio dell'intelligenza artificiale che offre sì nuove capacità di analisi, ma pone un elevato squilibrio nella garanzia dei dati utilizzati, lavorati, archiviati, gestiti o in fase di processo. I regolatori, le autorità garanti della privacy in particolare, cercheranno in ogni ambito nazionale o macroregionale, ad esempio nell’Unione europea, di livellare il campo di gioco sia per i concorrenti offline che per i nuovi entranti nei mercati online. Ma è sicuro che le autorità faranno fatica a tenere il passo dell’innovazione.

Tecnologia e telecomunicazioni nel 2022, a risky puzzle ma ad elevata redditività

Sorpresa, le tensioni geopolitiche giocheranno un ruolo chiave.

Vediamo le questioni centrali per uno dei motori principali dell’innovazione. Dei 60 principali mercati delle telecomunicazioni, 16 lanceranno servizi 5G nel 2022, il che implica centinaia di miliardi di euro di investimenti. Ma le sfide relative alla disponibilità dei materiali e delle infrastrutture e, soprattutto, dei prezzi, causeranno ritardi.

Alcuni Paesi correranno, altri più lenti, altri ancora in ritardo conclamato, assordante. Una mappa geografica di contesto per le aziende attive in questo business sarà imprescindibile. D’altronde, tecnologia e politica continueranno a essere interconnesse. La carenza di semiconduttori persisterà, rendendo l'onshoring della produzione di chip una priorità strategica per tutti i Paesi.

La guerra dei chip non è affatto un evento da fumetto, né tanto meno da glamour ridanciano. È già in atto ed è vera.

E ancora, i governi inaspriranno le normative per aumentare la sicurezza informatica, che sarà il principale rischio a breve termine con effetto-frenante al progresso della digitalizzazione, ma le discrepanze tra i paesi spesso diluiranno l'impatto.

Inoltre, c’è da dire che la tecnologia sta diventando sempre più intrecciata con la geopolitica, poiché i governi vedono la prima come una priorità strategica nazionale. Ciò significa che ci sarà una maggiore concorrenza attorno alle normative tecnologiche. Basti osservare ai passi recenti di Stati Uniti, UE e Cina nel cercare di stabilire le proprie regole come global-standard. Sono già aumentate le tensioni su privacy, contenuti, antitrust e intelligenza artificiale (AI). Dunque, è logico aspettarsi che la sicurezza informatica resti predominante al centro del dibattito normativo anche nel 2022.

Peraltro, nel 2021 si sono verificati diversi attacchi informatici importanti che si sono moltiplicati nel 2022, specie dopo lo scoppio della guerra in Ucraina (diventando internazionali), ponendo un rischio significativo per la continuità aziendale man mano che più settori e infrastrutture (come reti elettriche e gasdotti), saranno connessi a reti digitali. È probabile dunque che i Governi assumeranno un ruolo sempre più proattivo, aumentando la loro sicurezza informatica, che sarà pagata e - di conseguenza - implicherà spese, ricerca, investimenti.

Alle aziende non resterà che implementare un livello di sicurezza di base, nonché l'air gap e separare le parti critiche della rete. Le autorità di regolamentazione introdurranno anche standard di base obbligatori rispetto alla progettazione, con una tempestiva segnalazione di violazioni all'autorità competente.

L’adozione del 5G sarà una priorità: l’online è già nello spazio

In questo contesto, l'adozione del 5G sarà una priorità, anche se la pandemia di Covid-19 ha fatto deragliare i piani di molti Paesi nel lanciare la quinta generazione (5G appunto) di reti mobili nel 2020-21, così il ritmo della digitalizzazione costringerà i governi a rimettersi in carreggiata.

Si prevede che 16 dei 60 principali mercati delle telecomunicazioni lanceranno reti 5G commerciali nel 2022. La maggior parte di questi Paesi hanno avviato progetti pilota 5G nelle principali città e gli operatori stanno aspettando le rispettive assegnazioni. Tuttavia, il percorso non sarà facile e molti mercati avranno difficoltà nella disponibilità, tariffazione e allocazione dei vari spazi.

Tali sfide pongono rischi significativi per il Paese e non è il solo su questa strada.

Il 2022 confermerà anche la crescita dell'internet satellitare destinato ad essere utilizzato per cercare di risolvere le sfide della connettività, ad esempio quella delle zone rurali o più isolate del pianeta.

Le infrastrutture non terrestri giocheranno un ruolo chiave a livello globale nel colmare il divario digitale, una priorità politica nel 2022. Grazie alla migliore disponibilità e alle elevate velocità di rete, i satelliti in orbita terrestre bassa (LEO) possono essere utilizzati in aree remote, luoghi in cui spesso non è economicamente sostenibile per gli operatori di telecomunicazioni tradizionali arrivare. Lo stesso vale per regioni soggette a disastri naturali che possono portare al fallimento delle infrastrutture terrestri. Starlink di Elon Musk, per esempio, prevede di lanciare servizi Internet satellitari in India entro la fine del 2022, mentre un’altra azienda, la OneWeb, guarderà alla regione artica (che comprende l'Alaska e parti del Canada), così come l'India. Inoltre, molti Paesi in via di sviluppo si rivolgeranno a tecnologie Internet satellitari per affrontare i problemi di connettività rurale, anche se l'adozione - per ora - sarà limitata a breve termine a causa dei costi elevati.

Ulteriori impedimenti infine possono derivare dalla necessità di conformarsi a norme e procedure regolamentari, per garantire la sicurezza nazionale di fronte al business delle tecnologie satellitari.

Sforzi per i semiconduttori onshore

Obiettivo chiave, rendere indipendente la produzione e disponibilità di chip per il Paese o per l’Unione di Stati. La produzione continuerà perché deve continuare ma in modo più diffuso, orizzontale. I semiconduttori saranno una priorità strategica per governi nel 2022, poiché la carenza continuerà nella seconda metà dell'anno, alimentando ulteriormente tensioni geopolitiche.

La Cina continuerà con il suo approccio protezionista e autosufficiente, cercando di controllare ogni aspetto della filiera in modo da evitare eventuali sanzioni derivanti dall'utilizzo di prodotti esteri. Dopo essersi impegnati in discussioni, Stati Uniti e UE si sfideranno tra loro per offrire sovvenzioni alle aziende e rafforzare le loro catene di approvvigionamento di chip.

Tuttavia, a differenza della Cina, alcuni Paesi inviteranno le aziende a costruire impianti, ad esempio, negli Stati Uniti o in Europa. Questa tendenza della produzione onshore, o ritorno in aree domestiche o contro-delocalizzazione, ma per un solo settore, sarà visibile anche per una gamma di prodotti di elettronica di consumo, soprattutto in Asia dove hanno offerto tasse e altri incentivi per espandere la loro elettronica domestica e settori manifatturieri.

Memo nella bacheca 2022 dell’innovazione

Riassumiamo alcuni punti, a partire dalla regolamentazione tecnologica negli Stati Uniti e nell'UE: il 2022 dovrebbe essere un anno importante per la regolamentazione della tecnologia e dell’innovazione su entrambe le sponde dell'Atlantico. Negli Stati Uniti, il focus sarà sull’attuazione dei piani infrastrutturali contenuti in molteplici progetti di legge presentati al Congresso nel 2021. Nell’UE, l'iter legislativo proseguirà per il Digital Services and Digital Markets Acts, mentre la Commissione introdurrà nuove leggi incentrate su semiconduttori e sicurezza informatica.

Le novità in agenda proseguono con il prossimo standard 5G, che dovrebbe essere definito entro l’anno in corso. Ma i grandi cambiamenti arriveranno nei settori dell'Internet delle cose industriali (IoT) e nelle comunicazioni ultra-affidabili consentendo nuove comunicazioni tipo Vehicle-to Everything (V2X). Inoltre, nella seconda metà dell'anno, TSMC inizierà a produrre i semiconduttori di ultima generazione, basati sulla tecnologia a 3 nanometri (nm). Questo farà migliorare la densità e la velocità e ridurrà la potenza e il consumo. Questi chip andranno in entrambi i dispositivi mobili e applicazioni di calcolo ad alte prestazioni.

Sempre nuove tecnologie faranno il loro ingresso sui mercati: il rebranding della holding di Facebook, ovvero, la società Meta, punta alla crescita della realtà estesa, metaverso, che include sia la realtà aumentata che quella virtuale (AR/VR). Concetti che saranno alla base delle prossime piattaforme informatiche del futuro. Dispositivi come gli occhiali intelligenti Ray-Ban Stories, già lanciati sul mercato, come il modello Apple, inseguiranno il metaverso.

Ma tutte le principali aziende tecnologiche si stanno concentrando sul superset che include l'intero spettro dal "reale completo" al "virtuale completo" nel concetto di continuum realtà-virtualità o XR, in parte per consolidare la crescita futura nonostante la concorrenza, ma anche perché dovrebbe evitare l'aumento della regolamentazione che sta interessando invece le loro attività principali.

Poi ancora, una decisione della Commissione Europea (CE) per imporre un caricabatterie comune, utilizzando la tecnologia USB-C entro il 2023, porterà a una maggiore attenzione sul tema della ricarica wireless o a induzione. Questo sarà in particolare il caso di Apple, l'unico major produttore che non utilizza USB-C come caricabatterie. Invece di aggiungerlo ai suoi dispositivi, migliorerà la tecnologia attuale.

E infine, il Low-code/no-code (LC/NC) consentirà alle aziende minori, che non hanno le risorse per avere grandi dipartimenti IT, di sfruttare comunque il digitale. Il LC/NC richiederà ancora sviluppatori, ma può essere utilizzato da molte società senza richiedere programmatori altamente qualificati. Così il calcolo quantistico che continuerà ad essere nella bacheca delle novità, anche se non diventerà una realtà pratica.

Pertanto, in conclusione di questa rapida rassegna sul nuovo innovativo dietro il calendario 2022, è facile capire perché molti Paesi stanno investendo nella tecnologia, a partire dall'introduzione di strategie quantistiche nazionali.

Dichiarazione Imposta sui servizi digitali

Che cos’è – Imposta sui servizi digitali

Ultimo aggiornamento: 23 giugno 2022

L’imposta sui servizi digitali ( Digital Service Tax) si applica nella misura del 3% sui ricavi derivanti dalla fornitura dei servizi

di veicolazione su un'interfaccia digitale di pubblicità mirata agli utenti della medesima interfaccia

di messa a disposizione di un'interfaccia digitale multilaterale che consente agli utenti di essere in contatto e di interagire tra loro, anche al fine di facilitare la fornitura diretta di beni o servizi

di trasmissione di dati raccolti da utenti e generati dall'utilizzo di un'interfaccia digitale.

La tassazione, in pratica, riguarda la pubblicità digitale su siti e social network, l’accesso alle piattaforme digitali, i corrispettivi percepiti dai gestori di tali piattaforme, e anche la trasmissione di dati “presi” dagli utenti.

Un ricavo è imponibile se l’utente del servizio digitale è localizzato nel territorio nello Stato. Per i servizi di pubblicità online, l’utente si considera localizzato nel territorio dello Stato se la pubblicità appare sul proprio dispositivo nel momento in cui è utilizzato nel territorio dello Stato. La localizzazione nel territorio italiano del dispositivo è determinata sulla base dell’indirizzo IP dello stesso.

Sono soggetti al pagamento della digital tax gli esercenti attività d’impresa che, nel corso dell’anno solare precedente a quello in cui sorge il presupposto impositivo:

realizzano ovunque nel mondo, singolarmente o congiuntamente a livello di gruppo, un ammontare complessivo di ricavi non inferiore a euro 750.000.000

percepiscono nel medesimo periodo, singolarmente o congiuntamente a livello di gruppo, un ammontare di ricavi da servizi digitali non inferiore a euro 5.500.000 nel territorio dello Stato.

Dichiarazione, versamento e obblighi contabili

I soggetti interessati devono inviare, in via telematica, entro il 30 giugno di ciascun anno la dichiarazione contenente i ricavi percepiti nell’anno solare precedente. Il versamento dell’imposta va effettuato, invece entro il 16 maggio utilizzando il modello F24. Il modello di dichiarazione può essere presentato direttamente oppure tramite gli intermediari. Con la stessa dichiarazione è possibile chiedere il rimborso dell’imposta versata in eccesso o di riportare il credito all’anno successivo. Nel caso in cui non sussista l’obbligo di dichiarazione per la restituzione del tributo deve essere presentata apposita istanza, per i soggetti residenti o con stabile organizzazione in Italia, al competente ufficio dell’Agenzia delle entrate individuato in base al domicilio fiscale e, per i soggetti non residenti, all’indirizzo di posta elettronica dell’Agenzia delle entrate, Centro operativo di Pescara, entrate.isd@agenziaentrate.it

I soggetti non residenti che non dispongono di un conto corrente presso sportelli bancari o postali situati in Italia e che non possono eseguire il pagamento con modello F24, possono effettuare il versamento mediante bonifico:

a favore del Bilancio dello Stato al Capo 8 - Capitolo 1006 (codice IBAN IT43W0100003245348008100600)

indicando quale causale del bonifico il codice fiscale, il codice tributo e l’anno di riferimento.

Le informazioni sui ricavi e sugli elementi quantitativi mensili devono essere indicati nel “Prospetto analitico delle informazioni sui ricavi e sugli elementi quantitativi utilizzati per calcolare l’imposta” (allegato 1) e le rilevazioni contabili devono essere integrate da una relazione, denominata “Nota esplicativa delle informazioni sui ricavi e sugli elementi quantitativi utilizzati per calcolare l’imposta” (allegato 2) da redigere annualmente, entro il termine di presentazione della dichiarazione.

Esclusioni

Con riguardo all’ambito oggettivo dell’imposta istituita, tra i servizi digitali esclusi vi sono:

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